Trine Dyrholm alla mostra del cinema di Venezia
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, meglio nota al grande pubblico come Festival di Venezia, è giunta quest’anno alla sua 75esima edizione, riportando nell’area lagunare del Lido, dal 29 agosto all’8 settembre, un’atmosfera da sogno. Organizzato come ogni anno dalla Biennale di Venezia, il Festival del Cinema è il più antico del mondo e uno tra i più prestigiosi, considerato un appuntamento importante non solo per l’arte, ma anche per il valore economico e sociale che rappresenta. Fin dalla prima edizione nel 1932, la Mostra propone ogni anno opere di portata mondiale, attirando sull’ambito tappeto rosso, registi e interpreti di spessore, in una manifestazione che con grande eleganza, fonde l’elevato valore artistico ad un tocco di fascino glamour. E come ogni anno anche in questa edizione la manifestazione ha dimostrato di volere promuovere, in un assoluto spirito di libertà e dialogo, conoscenza e divulgazione dell’arte cinematografica, in tutte le sue forme. Lo ha fatto assegnando il Leone d’oro alla carriera al controverso regista canadese David Cronenberg capace di andare controtendenza, e che nei suoi film come Crash o Existenz, considerati dei cult assoluti, ha portato avanti un concetto di arte sovversiva e disturbante.
Una giuria dal sapore internazionale tra cui Nicole Garcia, Paolo Genovese, Malgorzata Szumowska, Taika Waititi, Christoph Waltz e Naomi Watts, presieduta dal regista messicano Guillermo del Toro, ha assegnato il Leone d’oro per il miglior film ad Alfonso Cuaron per Roma, storia intensa e toccante di una famiglia messicana, ambientata in una Città del Messico anni Settanta, e definito dallo stesso Cuaron” un atto di immenso amore per la mia famiglia e per il Messico”. Il film, un personalissimo Amarcord, ritenuta la memoria in bianco e nero di Cuaron, è girato in un perfetto realismo e verrà distribuito su Netflix e nelle sale cinematografiche selezionate nel mese di dicembre.
Tra i giurati che lo hanno proclamato vincitore, la bella attrice danese Trine Dyrholm, già Orso d’Argento a Berlino come migliore attrice per “La comune”, e protagonista di “Love Is All You Need” girato a Sorrento per la regia di Susanne Bier. E proprio lo scorso anno Trine Dyrholm si era fatta conoscere al grande pubblico lagunare anche nel ruolo di “NICO 1988”, film scritto e diretto da Susanna Nichiarelli che racconta gli ultimi anni di vita della cantante ed ex-modella tedesca Christa Päffgen, meglio conosciuta come Nico, e aggiudicatosi il premio Orizzonte al Festival di Venezia 2017.
L’Italia, malgrado film in gara per il Leone d’oro come”Capri Revolution” di Mario Martone con la sua testimonianza di valore rivoluzionario dell’arte e della creatività, ambientato nell’isola campana agli inizi del secolo , e “Che fare quando il mondo è in fiamme?” di Roberto Minervini e “Suspiria “di Luca Guadagnino, esce a bocca asciutta da questa edizione, pur confermandone il valore internazionale attraverso i tanti riconoscimenti ricevuti, ed il messaggio sociale che ancora una volta lascia una eco nel mondo cinematografico. Una emozionante Olivia Colman, dispotica regina Anna d’Inghilterra del triangolo lesbico “La Favorita” diretto da Yorgos Lanthimos, al momento della premiazione ha voluto fare omaggio all’Italia leggendo i suoi ringraziamenti in un perfetto italiano, scritto su un biglietto premurosamente preparatole dal marito. Denso di significato anche il messaggio dell’australiana Jennifer Kent, premio speciale della giuria per “The Nightingale” che, unica donna regista in concorso, ha dichiarato ritirando il suo premio «La forza delle donne è la più potente di tutto il pianeta, sono sicura che vedremo sempre più donne in questo settore, fate film se volete».
Nello spegnere le luci su Venezia 75, dando appuntamento al 28 agosto 2019 , il presidente della Biennale Paolo Baratta, ha voluto associare il senso di questo festival ad un rinnovato legame con i giovani affermando: «Alla consegna del Leone d’oro a Cronenberg ho visto un mare di giovani teste, sembrava di essere nell’aula magna di un’università. E questo è già futuro».
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